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3 consigli per amare il lavoro che fai… anche se non ti piace per niente!

Franco Gementi

Regional Sales Manager

Nella vita può capitare che il lavoro dei sogni stenti ad arrivare. Potrebbe capitare di dover aspettare a lungo e, nel frattempo, potreste ritrovarvi a fare un lavoro che non vi piace per niente. Secondo recenti studi, questa situazione è molto diffusa e la maggior parte dei dipendenti svolge ruoli che mai avrebbe pensato di potere - o volere - ricoprire. Basti pensare ai nostri colleghi di lavoro, la metà dei quali non vorrebbe fare ciò che invece fa ogni giorno.

Lo stato di “depressione latente” associato a questo tipo di situazioni finirà, a lungo andare, per ripercuotersi anche sulla vita fuori dal luogo di lavoro. Molte persone ne risentono inevitabilmente anche a livello psico-fisico e possono arrivare a soffrire di stress cronico, con serie conseguenze per la salute, quali ipertensione o disturbi cardiovascolari, come rivela una ricerca della Stanford Graduate School of Business in collaborazione con la Harvard Business School.

Cosa fare, dunque, in questi casi?

Il segreto per sopravvivere a un lavoro che non vi soddisfa – e arrivare addirittura ad amarlo – pare sia ricorrere al cosiddetto Job Crafting, ovvero a quell’insieme dei cambiamenti che un dipendente attua per bilanciare le richieste e le risorse lavorative con le proprie abilità e rispetto ai propri bisogni.

Secondo uno studio condotto da Wrzesniewski e Dutton, 3 sono i fattori fondamentali per raggiungere una profonda soddisfazione anche facendo un lavoro che non vi piace: ridefinitene i confini, aggiungendovi elementi che amate e riducendo al minimo gli effetti (negativi) di quelli che proprio non vi piacciono; instaurate relazioni costruttive con i vostri colleghi; riempite il vostro lavoro di significato.

1) Adattate i vostri compiti alla vostra individualità

Ridefinire i propri compiti quotidiani adattandoli alla propria personalità può essere estremamente stimolante e può aiutarvi nella sfida di amare un lavoro che non vi piace. Non sempre è possibile svolgere attività che vi soddisfino pienamente ma, spesso, è possibile aggiungere elementi che amate ai vostri compiti quotidiani: ad esempio, se siete impiegati all’ufficio risorse umane e siete appassionati di tecnologia, utilizzate piattaforme social e altre app per la procedura di recruiting.

La soddisfazione viene anche dalla quantità di energia che dedicate ai vostri compiti: un’enfasi e un impegno maggiore avranno riscontri positivi sulla percezione del lavoro.

Poi c’è il tempo. Se i compiti da svolgere sono costretti in tempi e obiettivi serrati spesso subentra lo stress; se, al contrario, tempi e obiettivi sono troppo dilazionati il rischio è la noia. Per scongiurare queste due eventualità, il trucco è adattare l’organizzazione del lavoro ai vostri tempi naturali. Ad aiutare in questo è, senza dubbio, il lavoro flessibile, quando previsto dalle organizzazioni aziendali: gli effetti estremamente positivi sono dati dal fatto di avere una certa libertà nella gestione dei tempi lavorativi in modo che si integrino, per quanto possibile, con le esigenze personali del lavoratore. Ciò vi renderà non solo più felici e propensi ad amare quello che fate, ma addirittura più ben disposti a raccomandare il vostro lavoro ad altri, così come rivela anche la recente ricerca condotta da IDC e promossa da Cornerstone OnDemandFuture People: Le postazioni di lavoro nell’era della trasformazione digitale, IDC 2016.

Inoltre, di solito, aggiungere ai meri compiti manuali anche abilità relazionali e formative vi farà sentire più utili e valorizzati.

2) Promuovete relazioni sane e stimolanti

Instaurare relazioni per dare un volto umano al lavoro è sempre positivo. Promuovere, poi, quelle relazioni che conferiscono maggiore valore aggiunto, dignità, orgoglio e significato all’attività lavorativa è ancora più costruttivo, sia a livello di soddisfazione personale sia a livello di sinergia all’interno del team di lavoro.

Un clima di collaborazione e un buon grado di adattabilità agli altri sono fondamentali: porsi sulle lunghezze d’onda altrui e accogliere gli stimoli che ci vengono dall’esterno non può che portare benefici, in termini di flessibilità, creatività e crescita professionale. Questo rinsalderà quello che in inglese prende il nome di mutual empowering, che è quello scambio reciproco di conoscenze e competenze che contribuisce ad aumentare la consapevolezza e la fiducia nelle vostre capacità, essenziali per fare bene il lavoro che siete chiamati a svolgere.

3) Cambiate le vostre percezioni

Quando un compito vi sembra ingestibile e fuori dalla vostra portata, cercate di frazionarne lo svolgimento in più parti. In questi casi, per non farsi prendere dall’ansia del fallimento, è fondamentale fare un passo dopo l’altro, evitare di sovraccaricarsi e porsi un obiettivo raggiungibile alla volta.

Un altro consiglio è creare dei collegamenti mentali con quello che vi appassiona. Se, ad esempio, siete amanti del teatro, ricordatevelo mentre cercherete di coinvolgere il vostro pubblico durante una conferenza o quando dovrete convincere un vostro cliente ad accettare i vostri suggerimenti professionali. Questo vi consentirà di provare una sensazione di pienezza e appagamento.

Infine, tenete sempre a mente che quello che fate, di qualunque lavoro si tratti, non è mai inutile e, per quanto insignificante appaia ai vostri occhi, ha un impatto sul mondo.

Tutti questi piccoli accorgimenti, se applicati con costanza, avranno il potere di farvi sentire perfettamente a vostro agio con voi stessi mentre lavorate. Questo perché, di fatto, il Job Crafting scopre o rafforza le vostre motivazioni personali e professionali, risveglia abilità sopite che non credevate di possedere e crea possibilità per esprimere ciò che vi piace anche in un contesto apparentemente estraneo e distante. Diretta conseguenza

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