L'innovazione tecnologica e la progressiva automazione dei processi produttivi stanno portando a una dirompente rivoluzione nel mondo del lavoro, alla quale nessun settore di business può sottrarsi. Tra le dirette conseguenze della trasformazione cui stiamo assistendo emerge con forza il fenomeno comunemente definito skill divide o skill mismatch, ossia il netto disallineamento fra la domanda di occupazione e le posizioni aperte a causa della mancanza di adeguatezza delle competenze possedute dai lavoratori rispetto a quelle effettivamente richieste dal mondo del lavoro. Problema questo che rappresenta uno dei principali freni alla crescita nel nostro paese.
Guardando ai trend passati, presenti e dei prossimi 3-4 anni, esiste in Italia un sensibile disallineamento fra la domanda di occupazione e la richiesta del mercato del lavoro con alcuni settori caratterizzati dalla carenza di figure professionali idonee e altri da un surplus di domanda. A dircelo è l’analisi condotta da Skills Panorama, che elenca tra i settori più colpiti dalla sotto-qualifica dell’offerta di lavoro i campi ITC, STEM e sanità seguiti da insegnamento, marketing, design e creativi. Le principali occupazioni eccedenti riguardano, invece, edilizia, turismo e manifatturiero.
Skill shortage: i settori più colpiti e perché
In particolare, la difficoltà di reperire figure professionali adeguate e lo skill shortage, ossia la carenza di competenze rispetto a quando richiesto dal mercato, si fanno sempre più acuti in Italia. In un tale contesto, far incontrare domanda e offerta di lavoro è sempre più complicato, come hanno del resto rilevato recentemente anche Unioncamere e Anpal, secondo cui per le imprese un profilo professionale su 3 è difficile da trovare.
ICT
Continua a crescere l'importanza di figure lavorative altamente qualificate che siano coinvolte nella progettazione e implementazione di software e nella programmazione di strumentazioni tecniche, sia nel settore dei servizi sia nell’industria manifatturiera. Il settore ICT è caratterizzato da uno dei più alti tassi di crescita dell'occupazione previsti a medio termine (+2% all'anno fino al 2020).
Tra i professionisti più richiesti in quest’ambito vi sono matematici e statistici (non solo per lo sviluppo di sistemi IT ma anche per l'analisi dei big data), sviluppatori e analisti di software e applicazioni, nonché ingegneri elettrotecnici.
Due le ragioni principali della carenza di competenze ICT:
1. il numero insufficiente di laureati in discipline scientifiche
2. la crescente domanda da parte delle aziende, che va di pari passo con il cambiamento tecnologico e l’evoluzione dei processi produttivi di beni e servizi
La mancanza di professionisti ICT è un problema ben noto nell’Italia del nuovo millennio. Nessuna strategia è stata ideata finora. In generale, il mercato del lavoro italiano non è in grado di erogare premi salariali sufficientemente alti da incoraggiare gli studenti a investire in programmi educativi percepiti come difficili e di lunga durata.
A ciò si aggiunge una diffusa mancanza di informazioni sulle reali prospettive di carriera offerte da questo tipo di occupazioni. Tranne qualche eccezione, le università italiane hanno una perenne difficoltà nello sviluppare legami con le industrie per promuovere collaborazioni e facilitare la transizione degli studenti nel mercato del lavoro.
STEM
La richiesta di figure professionali in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) crescerà più rapidamente rispetto alla media italiana nel medio termine.
Le principali ragioni della carenza di competenze STEM includono:
1. offerta di laureati insufficiente sia in termini numerici sia di preparazione
2. grande eterogeneità nella qualità dei programmi di studio, specie nel campo dell’ingegneria. Il risultato? Solo chi si laurea in università che offrono i migliori programmi trovano facilmente un’occupazione
3. retribuzioni non adeguate rispetto alla durata e alla difficoltà del percorso formativo
Come si sta muovendo l’Italia?
Per far fronte a questa situazione di skill mismatch in ambito STEM, a partire dal 2012, è stato introdotto il sistema ITS: scuole di alta specializzazione che forniscono competenze tecniche e tecnologiche in base a programmi formativi che si adattano perfettamente alla specializzazione industriale dell’area di competenza di ciascun istituto. Dalle prime analisi risulta che queste scuole sono molto efficaci nel fornire le competenze richieste dal mercato e offrono, quindi, buone prospettive di occupazione.
SETTORE SANITARIO
Anche nel settore sanitario i dati sull’occupazione registrano un incremento previsto di circa il 2% all'anno fino al 2020.
Le ragioni alla base della carenza di competenze anche in questo caso sono duplici: da un lato, l'invecchiamento della popolazione porterà a un inevitabile aumento della richiesta di figure professionali associate a salute e assistenza sanitaria; dall’altro, queste occupazioni saranno interessate nel medio termine da un massiccio turnover del personale.
Poiché non è ancora del tutto chiaro se la domanda prevista sarà soddisfatta da un aumento dell'offerta o se ci saranno carenze sostanziali, è necessaria una maggiore flessibilità nel sistema della sanità pubblica che consenta ai salari di riflettere le relative carenze in termini di competenze e di figure professionali specializzate con una pianificazione più accurata a livello nazionale per far corrispondere l'offerta di giovani laureati a un potenziale aumento della domanda.
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